Rimandato a martedì 10 marzo al Teatro Sociale di Valenza lo spettacolo Sillabari con Paolo Poli

Rimandato al 10 marzo l'appuntamento al Teatro Sociale di Valenza con una grande performance di Paolo Poli, in veste di interprete e regista dei Sillabari, di Goffredo Parise.

I Sillabari sono come piccoli poemi in prosa. Scritti alla metà del secolo scorso, ci sorprendono ancora oggi con la loro freschezza, per l'immediatezza quasi infantile del racconto, per la magia umile ed alta dei personaggi. Vediamo rappresentati bambini stupiti, vecchietti arrabbiati in una società allo sbaraglio, donne sole dal quieto bovarismo periferico e uomini ancora ingenui nella lotta per la sopravvivenza. Era l'Italia che cambiava velocemente nelle maglie di una lunga guerra e dava origine all'attuale bel paese.

Lo spettacolo disegna figure e figurine dei vari racconti articolati fra gli anni '40 e '60, cui fanno eco le canzonette con la loro modesta letteratura, eppure assai pertinenti alla realtà storica. Ancora una volta le varie ambientazioni sono di Emanuele Luzzati, con la sua grande pittura del novecento; i costumi sorprendenti di Santuzza Calì, le musiche allusive di Jacqueline Perrotin, le coreografie divertenti di Alfonso De Filippis e dappertutto la presenza straordinaria di Paolo Poli, dall'irrimediabile infantilismo congenito.

La struttura della performance è consuetamente "poliana": numeri brevi, canzoni rétro, balletti, ammiccamenti e allusioni che strappano sorrisi e applausi da parte di un pubblico che ama questo grande del teatro italiano. Il timbro stilistico varia dal grottesco alla malizia "en travesti".

I Sillabari sono minuti quadretti d'umanità, saggi di minimalismo emotivo: nelle storie di queste donne turbate e bovariane (dove Poli da il meglio di se stesso), di questi incontri e racconti di vita, sta l'attrazione, forte e irresistibile, che l'artista prova nei confronti dei sentimenti.

Lo stesso Poli afferma infatti: «Gli uomini d'oggi secondo me hanno più bisogno di sentimenti che di ideologie», ed ecco che Parise offre l'occasione per un divertente quanto enigmatico dizionario emotivo, che solletica l'intelletto e il cuore del pubblico in sala.

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