Recensione di "Salud", spettacolo della rassegna "Martedì all'Ambra" del 9 febbraio 2010

Beppe Canales racconta la storia della rivoluzione spagnola partendo dalla figura di Beppe Fanelli che da Cesena viaggia fino a Barcellona per portare il messaggio dell'anarchia trascendendo le barriere culturali e linguistiche, credendo nella capacità degli spagnoli di poterlo capire anche se parla in romagnolo e di poter trasformare gli ideali in azioni concrete per contrastare l'ondata fascista che sta dilagando in Europa. Fin dall'inizio Beppe presenta al pubblico in una serie di immagini e personaggi che catturano l'attenzione e l'immaginazione di chi lo ascolta, umanizzando temi difficili e importanti come la lotta per la libertà, l'affermazione dei diritti civili e la sistematica ripartizione del potere in Europa tra Germania e Russia allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Secondo me è proprio nei momenti in cui Beppe riesce a far sorridere il pubblico utilizzando Risiko come analogia della situazione in Europa nel 1939 oppure riportando un fantastico dialogo immaginario tra Hitler e Stalin in accento toscano che il bravo attore e scrittore porta il pubblico a capire l'impatto di eventi che hanno ancora ripercussioni sulla nostra attuale vita politica e civile, perché li presenta dal punto di vista delle persone che lo hanno vissuto ricreando davanti ai nostri occhi emozioni, pensieri e parole che rimangono con noi più di date, nomi e cifre.
Una bella storia, raccontata senza paura e senza pretese con l'obbiettivo di parlare alla nostra natura umana rappresentando cosa vuol dire essere umani, come dovrebbe ogni bel pezzo di teatro. 

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